CONTINUIAMO A SEGUIRE IL FILO ROSSO
Continua la polemica sulla sottovalutazione che il
segretario/premier fa del record di astensionismo registrato nelle elezioni
regionali di domenica. Se ci si continua a concentrare sull’idea di
sottovalutazione data dall’arroganza e dalla superficialità dell’individuo si
compie, a mio avviso, un errore grossolano. Renzi non sottovaluta affatto,
semplicemente non gliene frega assolutamente nulla se crollano i votanti così
come non gliene frega se crollano gli iscritti al suo partito. A lui interessa
unicamente mantenere invariati i rapporti di forza a suo vantaggio, nel Paese
come nel partito. Tutto è funzionale ai suoi fini. Anzi, il tutto è pienamente compatibile
e in sintonia con l’idea di politica che, al di la dell’ipocrisia sfacciata
della sua lettera a La Repubblica, egli persegue. Un partito leggerissimo e
debole e, proprio per questo funzionale al suo leader, e un corpo elettorale
che espelle il dissenso, soprattutto quello interno alla sua area, nell’astensionismo piuttosto che vederlo
riorganizzare sotto altri simboli e progetti. In fin dei conti è quello che ha
esplicitato immediatamente dopo i risultati: “nessuna formazione politica alla
sinistra del Pd ha raccolto significativi risultati. Hanno avuto cifre da
prefisso telefonico”. E su questo, come dargli torto? Alla fine, il dissenso
astensionista risulta, come sempre è stato nella storia, innocuo e
inconcludente.
Su questo però sarà bene aprire fra noi, a sinistra, una riflessione serie. Non demagogica, propagandistica e settaria. Lasciamoci alle spalle la campagna elettorale e ragioniamo lucidamente al netto della vis polemica che ci distingue sempre. SEL e Altra Emilia Romagna non hanno rappresentato una valida e credibile alternativa per quei 500 mila e rotti voti che sono mancati al Pd tra le europee e oggi, oppure 350 mila nel confronto con il 2010. Abbiamo intercettato una minima parte di quel voto. Ne ha intercettato di più SEL che, nel frattempo, ha ceduto qualcosa all’AER e tutti e due abbiamo anche noi dato qualcosa all’astensionismo. Risultato: 7% in due. Siamo onesti: a continuare così non andiamo da nessuna parte. Né vale recriminare che se ci fossimo presentati insieme avremmo avuto un risultato più soddisfacente. Ammesso e non concesso che in politica si possano sommare i voti aritmicamente, non ci saremmo scostati da questa cifra, in basso o in alto, e avremmo eletto solo 2 consiglieri invece che 3. Anche in questo caso i rapporti di forza a vantaggio del PD sarebbero rimasti inalterati, anzi peggiorati perché il PD avrebbe portato a casa 31 consiglieri invece che 29.
E’ ora di aprire una nuova stagione. Il segretario regionale della FIOM, Papignani, ieri l’ha chiamata la “quinta stagione”, indicando la necessità di “ricostruire una sinistra moderata e socialdemocratica, che unisca il mondo del lavoro e organizzi la società con più tutele sociali e idee di sviluppo”. Sono d’accordo con lui. Questo deve essere il nostro compito, parlando con tutti, raccogliendo tutte le forze a disposizione di questo progetto, anche quelle che oggi ci paiono annichilite dall’offensiva renziana dentro il pd. Non può che essere questa la strada da seguire, con intelligenza e lungimiranza, con pazienza certosina e senza settarismi. Possiamo e dobbiamo cominciare a lavorarci anche dentro la nuova Assemblea legislativa. SEL ha eletto due giovani e capaci consiglieri. AER ha eletto un uomo di spessore intellettuale coe il giuslavorista Piergiovanni Alleva. Nelle file del PD sono stati eletti diversi consiglieri che fanno riferimento alle aree oggi in opposizione a Renzi dentro quel partito. Costruiamo sinergie e intese su assi di lavoro comune. Facciamo crescere un'idea di sinistra che la prossima volta meriti la fiducia dei delusi. Per il bene del Paese possiamo e dobbiamo avere l'ambizione di essere, come Emilia Romagna, di nuovo "laboratorio di buone pratiche della politica".
Su questo però sarà bene aprire fra noi, a sinistra, una riflessione serie. Non demagogica, propagandistica e settaria. Lasciamoci alle spalle la campagna elettorale e ragioniamo lucidamente al netto della vis polemica che ci distingue sempre. SEL e Altra Emilia Romagna non hanno rappresentato una valida e credibile alternativa per quei 500 mila e rotti voti che sono mancati al Pd tra le europee e oggi, oppure 350 mila nel confronto con il 2010. Abbiamo intercettato una minima parte di quel voto. Ne ha intercettato di più SEL che, nel frattempo, ha ceduto qualcosa all’AER e tutti e due abbiamo anche noi dato qualcosa all’astensionismo. Risultato: 7% in due. Siamo onesti: a continuare così non andiamo da nessuna parte. Né vale recriminare che se ci fossimo presentati insieme avremmo avuto un risultato più soddisfacente. Ammesso e non concesso che in politica si possano sommare i voti aritmicamente, non ci saremmo scostati da questa cifra, in basso o in alto, e avremmo eletto solo 2 consiglieri invece che 3. Anche in questo caso i rapporti di forza a vantaggio del PD sarebbero rimasti inalterati, anzi peggiorati perché il PD avrebbe portato a casa 31 consiglieri invece che 29.
E’ ora di aprire una nuova stagione. Il segretario regionale della FIOM, Papignani, ieri l’ha chiamata la “quinta stagione”, indicando la necessità di “ricostruire una sinistra moderata e socialdemocratica, che unisca il mondo del lavoro e organizzi la società con più tutele sociali e idee di sviluppo”. Sono d’accordo con lui. Questo deve essere il nostro compito, parlando con tutti, raccogliendo tutte le forze a disposizione di questo progetto, anche quelle che oggi ci paiono annichilite dall’offensiva renziana dentro il pd. Non può che essere questa la strada da seguire, con intelligenza e lungimiranza, con pazienza certosina e senza settarismi. Possiamo e dobbiamo cominciare a lavorarci anche dentro la nuova Assemblea legislativa. SEL ha eletto due giovani e capaci consiglieri. AER ha eletto un uomo di spessore intellettuale coe il giuslavorista Piergiovanni Alleva. Nelle file del PD sono stati eletti diversi consiglieri che fanno riferimento alle aree oggi in opposizione a Renzi dentro quel partito. Costruiamo sinergie e intese su assi di lavoro comune. Facciamo crescere un'idea di sinistra che la prossima volta meriti la fiducia dei delusi. Per il bene del Paese possiamo e dobbiamo avere l'ambizione di essere, come Emilia Romagna, di nuovo "laboratorio di buone pratiche della politica".
Ricominciamo
da qui a srotolare il nostro filo rosso.
Igor Taruffi e Yuri Torri, adesso il gomitolo passa a voi.
Buon lavoro!
Igor Taruffi e Yuri Torri, adesso il gomitolo passa a voi.
Buon lavoro!