Sono giorni che penso di scrivere qualcosa sulle polemiche (ma anche i tanti apprezzamenti) per la scelta di ospitare le provocazioni artistiche di Cattelan per rilanciare l'immagine di Rimini e, contemporaneamente, farla riflettere su se stessa nel XXI secolo. Alla fine mi sono deciso ed ecco quello che penso, se può interessare qualcuno.
Dieci anni fa, un dibattito ottuso e provinciale portò l'allora sindaco di Modena a rinunciare a finanziare, a costi ridottissimi rispetto a quelli di mercato, quella che sarebbe stata l'unica opera italiana dell'archistar Ghery, in una delle piazze centrali della città. Oggi in parecchi fra i detrattori del tempo si mangiano ancora le dita per l'occasione sfumata di attrare milioni di turisti, e quelli che erano favorevoli se le mangiano per non aver avuto la determinazione necessaria ad andare avanti, nonostante le polemiche sterili e distruttive.
Ecco, Andrea Gnassi ha il corraggio - qualcuno la chiama incoscienza, altri spregiudicatezza - delle scelte che non ci facciano rimpiangere, un domani, la mancanza di quel coraggio. Catellan, con le sue provocatorie "cartoline", è simbolo e metafora di una città che sta cambiando, che si misura con il futuro e con un'idea avanzata di politiche urbanistiche. Il buon progetto urbano non è l’esito solo di un buon piano, disegnato o meno, ma di un percorso di pianificazione che progetta e utilizza strumenti diversi con una chiara e precisa idea di governo delle trasformazioni della città e della sua implementazione attraverso l’utilizzo mirato di diversi strumenti di pianificazione, di programmazione e finanziari.
Questo significa progettare non solo lo spazio pubblico, ma tutte le strutture “a supporto” dell’idea di città: la mobilità, il verde, i sistemi di continuità ecologica, i paesaggi urbani, e tutte le sinergie che in ciascun contesto si integrano nella visione dello spazio urbano.
I documenti dell’Unione Europea, fra i quali il rapporto “Verso una strategia urbana sostenibile”, ribadiscono questi concetti invitando a ripensare i modelli di sviluppo urbano senza dover rinunciare alle culture specifiche dell’architettura e dell’urbanistica ma, al contrario, mettendoli in relazione ai temi della ecologia, del paesaggio e della cultura. Ecco, a Rimini si sta mettendo mano a tutto questo e credo che Catellan l'abbia capito e apprezzato e per questo ha deciso di "mettere a disposizione" la sua arte per il Comune di Rimini, per accendere i riflettori su questo cambiamento di paradigma che andrebbe studiato e preso ad esempio.
Dieci anni fa, un dibattito ottuso e provinciale portò l'allora sindaco di Modena a rinunciare a finanziare, a costi ridottissimi rispetto a quelli di mercato, quella che sarebbe stata l'unica opera italiana dell'archistar Ghery, in una delle piazze centrali della città. Oggi in parecchi fra i detrattori del tempo si mangiano ancora le dita per l'occasione sfumata di attrare milioni di turisti, e quelli che erano favorevoli se le mangiano per non aver avuto la determinazione necessaria ad andare avanti, nonostante le polemiche sterili e distruttive.
Ecco, Andrea Gnassi ha il corraggio - qualcuno la chiama incoscienza, altri spregiudicatezza - delle scelte che non ci facciano rimpiangere, un domani, la mancanza di quel coraggio. Catellan, con le sue provocatorie "cartoline", è simbolo e metafora di una città che sta cambiando, che si misura con il futuro e con un'idea avanzata di politiche urbanistiche. Il buon progetto urbano non è l’esito solo di un buon piano, disegnato o meno, ma di un percorso di pianificazione che progetta e utilizza strumenti diversi con una chiara e precisa idea di governo delle trasformazioni della città e della sua implementazione attraverso l’utilizzo mirato di diversi strumenti di pianificazione, di programmazione e finanziari.
Questo significa progettare non solo lo spazio pubblico, ma tutte le strutture “a supporto” dell’idea di città: la mobilità, il verde, i sistemi di continuità ecologica, i paesaggi urbani, e tutte le sinergie che in ciascun contesto si integrano nella visione dello spazio urbano.
I documenti dell’Unione Europea, fra i quali il rapporto “Verso una strategia urbana sostenibile”, ribadiscono questi concetti invitando a ripensare i modelli di sviluppo urbano senza dover rinunciare alle culture specifiche dell’architettura e dell’urbanistica ma, al contrario, mettendoli in relazione ai temi della ecologia, del paesaggio e della cultura. Ecco, a Rimini si sta mettendo mano a tutto questo e credo che Catellan l'abbia capito e apprezzato e per questo ha deciso di "mettere a disposizione" la sua arte per il Comune di Rimini, per accendere i riflettori su questo cambiamento di paradigma che andrebbe studiato e preso ad esempio.
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